pedagogia_clinicapedagogia clinica
è
una scienza indirizzata al vasto panorama dei bisogni della persona
di ogni età, intende soddisfarli con modalità
educative capaci di ripristinare nuovi equilibri, vincendo così
gli ostacoli causa di disagi psico-fisici e socio-relazionali. Il
pedagogista clinico
si avvale pertanto di specifiche tecniche di aiuto educativo per
affrontare i molteplici bisogni dell’individuo che vive nella
società moderna.
Il
criterio olistico dell’educazione e della pedagogia clinica in
particolare, impone il costruire per mezzo delle tecniche, ogni
spontaneità, favorire curiosità e desideri, bisogno di
affermarsi, una proposta in cui la comunicazione sonora, verbale,
musicale e silenziosa fa parte della dinamica educativa.
Il
bambino sin dai primi tempi di vita, vive molto col proprio corpo ed
esplora attraverso esso già all’interno dell’utero.
La motricità è il presupposto allo sviluppo delle
altre funzioni. Se si prende in considerazione la sensorialità
e la motricità determinano lo sviluppo dello schema corporeo,
le prassie, determinano l’esecuzione dei propri movimenti e
della percezione del proprio corpo. La connessione tra la
psicomotricità e la personalità è stretta
poiché nell’insorgere del cambiamento corporeo possono
presentarsi disturbi a livello mentale per la non accettazione dei
cambiamenti (dismorfofobie fino al desiderio di non crescere,
anoressia).
L’affettività
intesa come ambiente (cultura) nel quale l’individuo viene a
svilupparsi, è importante per la sua crescita, ed è un
elemento che bisogna sempre tenere in considerazione quando si
tratta di rilevare problemi che
a volte possono essere scambiati per patologie.
Ad esempio se un bambino va male a scuola si pensa subito a un
ritardo mentale, sbagliando, in quanto il bambino potrebbe non aver
ricevuto troppi stimoli dall’ambiente: si tratterà
dunque di pseudo insufficienza mentale.
Corporeità
e movimento, inteso come esperienza e come linguaggio, rimandano ad
una trama di significati, di problemi e di categorie
epistemologiche, che collocano la fenomenologia dell’attività
motoria (e la pratica educativa che ne consegue), su un piano in cui
il soggetto agente non è più concepito come un
sofisticato meccanismo, come un “homme machine” di
illuministica memoria, ma come corpo vissuto che esprime nell’atto
motorio il bisogno e la tensione ad affermare il proprio essere nel
mondo
L’eziologia
studia la causa che interferisce nell’organismo sviluppando
alcuni sintomi. Ad esempio il morbillo il cui virus si contrae per
via aerea, e la cui patogenesi riguarda le alterazioni: la gola
rossa, la tosse, l’eruzione ecc.
Ha
grande rilievo dunque la storia della qualità genetica, il
colore dei capelli, degli occhi, e così via. Ognuno di noi ha
una tipologia ereditaria che costituisce una specie di filtro. Ciò
che è fondamentale riguarda l’integrità del
cervello, constatare attraverso specifici esami che non esistano
alterazioni organiche nel sistema nervoso centrale e periferico.
E’
importante sapere perciò se il bambino ha subito traumi nel
periodo: pre-natale, neo-natale, o post-natale, perché il
cervello fino al compimento dei tre anni completa la sua
maturazione. Tutto quello che avviene prima è tipico delle
patologie del bambino, tutto quello che avviene dopo i tre anni è
simile a ciò che succede nell’adulto.
|